mercoledì 20 aprile 2011

Mujahida vs Hijra


il fresco entusiasmo era accompagnato da un onesto farsela addosso, al pensiero di trovarsi sola in un posto che chissà cosa le offriva….
che caldo, quel giorno, in medina…l'eco del adhan della Kutubiya, la spremuta in piazza...la vista che si offusca, la stanchezza che ti spezza...
il clima sparato a palla, B che dorme a terra, io che mi guardo allo specchio e comincio ad intravedere le costole...quasi due settimane sono passate...i nostri visi asciugati dal caldo e dalla fame e dalla stanchezza....
gli scarafaggi -ma sì, mi abituerò!- e i guardiani e i bambini e il pallone e lo spacciatore truffaldino all'angolo e la pasticceria aperta fino a tardi e il fajr silenzioso che si anima di luci per il suhur...
quella ghariba atipica, niqabata ma senza marito...con tre mujahidin, ops, figli a seguito...quella che la riconosci dalle scarpe, quella che si fa capire per forza -pur sbagliando i tempi-, quella che manco il capo dei capi della zona si piglia la responsabilità di riconoscere, quella che offre spunti di chiacchiere tra vicini, quella che....
e poi lo sapevi che non era facile
e allora fa lo stesso, massì, se oggi escono copiose e se lascio che sia il calore del Marocco ad asciugarle (poco romanticismo….è che non ho fazzoletti in casa, in verità)...oggi come ieri sono sola, sì che me la cavo, ma son sola...
e così non mi trattengo, dalla rabbia più che altro, sono io -Mujahida-, meglio un pianto che la fuga...

no, il mio non è un lamento...
perchè giuro, questa Hijra, è una baraka di Allah...