lunedì 17 gennaio 2011
lui (l'autista), lei (la Musulmana) e l'altro (il niqab)
Ricordo bene quel giorno. Poco prima della mia hijra.
Sequestrata su quell'autobus per due ore. Oddio, sequestrata...sarei potuta andare via tranquillamente, in verità. Però no, non l'ho fatto. Sapevo di dover restare lì sopra e di dover portare a termine il mio jihad.
Fermata sotto casa. Salgo insieme a M, destinazione la macelleria halal. Il tempo di arrivare alla fermata successiva e il conducente si alza, si rivolge a me con tono pacato e mi chiede di scendere dall'autobus, che così coperta non ci posso stare. Rispondo di no, che io non scendo.
Ok, a questo punto è lui che scende. Passeggeri arrabbiati, la maggior parte dei quali non si spiega il comportamento dell'autista. Il pullman rimane così fermo, la gente scende e aspetta quello successivo. Strada bloccata. Arrivano i colleghi della Gtt nel tentativo di dirigere il traffico. Sale un graduato e mi domanda cosa sia successo. Spiego. Lui, facendosi promettere di mantenere il riserbo sul quel nostro dialogo, appoggia la mia scelta e mi ricorda che ho il diritto di sporgere denuncia per quanto accaduto. Grazie, la ringrazio davvero.
Attesa snervante. M non capisce cosa ci facciamo, io e lui, su quell'autobus vuoto. E' tutto nostro, amore, abbiamo pagato il biglietto.
Scendo e domando all'autista quanto tempo ci impieghino le autorità per arrivare. Mi rassicura, non si preoccupi che arrivano. Ugualmente telefono ai Carabinieri. Mi rispondono di aver già preso in carico la questione, che di lì a breve qualcuno arriverà.
Eccoli, che sollievo, sale un giovane in divisa e mi domanda un documento di identità. Non mi chiede di mostrare il viso, sono io a propormi di farlo. Osserva con poca attenzione la foto e annuisce, poi scende e si dirige verso la volante.
Ok signora, tutto a posto, ci scusi. Di nulla. E' solo che ormai la macelleria è chiusa.
Islamica col velo, autista blocca il bus
A distanza di mesi succede di leggere questo articolo. E di ricordare il giorno dopo l'accaduto, quando mi sono recata alla Gtt per sporgere una denuncia, per procedere per vie legali. E di come sono stata accolta, delle scuse che mi sono state proferite dai dirigenti e dallo stesso conducente (che, a quanto mi dissero, avrebbe subito un provvedimento disciplinare). E della promessa che episodi del genere non sarebbero più accaduti (perchè la discriminazione non fa parte della nostra etica) e che se mai avessi avuto bisogno di qualcosa, quello era il nome di tizio e quello era il numero del suo ufficio.
Mi commuovo, ora, al pensiero dell'umiliazione subita dalla sorella. Che poi la legge 152 del 1975, diciamolo, è pertinente fino ad un certo punto. Infatti la sentenza 3076 del 2008 del Consiglio di Stato, riconobbe la liceità del coprire il volto poichè costituisce attuazione di una tradizione di determinate popolazioni e culture (ovviamente non mi trovo d'accordo su questa definizione...il niqab ha profonde motivazioni religiose, non culturali).
Prendete il vostro pullman, sorelle, arrivate fino al capolinea. Fino in fondo. Questa è solo dunya. La destinazione ultima è verso Allah.
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4 commenti:
la hawla wa la quwata illa billah! Povero M. mashaAllah! Una cosa simile successe qui in UK, l'autista non voleva proprio far salire la sorella... naudhubillah! se trovo l'articolo ti mando il link inshaAllah ;)
eccolo subhanaAllah:
http://www.bbc.co.uk/news/uk-england-berkshire-10728912
Assalemu aleikum wa rahmatullah,
mashallah sorella!
Che Allah ti sostenga sempre :)
salem
ehiiiiiii,ma che fine hai fatto?
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